Il rigetto degli impianti dentali esiste veramente?

In odontoiatria non è corretto parlare di “rigetto” anche se effettivamente possono verificarsi casi di fallimento.

Con il termine rigetto, si intende una reazione del sistema immunitario nei confronti di qualcosa riconosciuto come corpo estraneo. Tutti gli impianti dentali però, vengono realizzati con materiali biocompatibili ( solitamente titanio), che non possono essere rigettati dal nostro organismo.

Nonostante non si possa parlare di rigetto, è comunque possibile che un impianto venga perso.

Principalmente possiamo riconoscere due tipologie di fallimento implantare:

  • FALLIMENTO PRECOCE: è la condizione a seguito della quale un impianto non si integra nell’osso e non avviene il processo di osteointegrazione. L’impianto viene rimosso nelle fasi successive all’inserimento. La principale causa di fallimento precoce è legata all’impossibilità di stabilizzare l’impianto all’interno dell’osso. Altre cause sono legate ad una contaminazione batterica durante l’intervento oppure un carico protesico errato.
  • FALLIMENTO TARDIVO: in questi casi l’impianto raggiunge la corretta osteointegrazione, ma la perde nel corso dei mesi o anni successivi. Questo processo prende il nome di perimplantite. La perimplantite è una infiammazione cronica dei tessuti che circondano l’impianto, e provoca una lenta ed inesorabile perdita del supporto osseo.

I principali fattori di rischio del fallimento tardivo sono:

  1. parodontite non trattata
  2. cattivo controllo domiciliare della placca batterica
  3. fumo
  4. malattie sistemiche

Tutti i pazienti che soffrono di malattia parodontale, dato l’elevato rischio, devono essere curati prima dell’inserimento dell’impianto.

I candidati inoltre dovranno rispettare i consigli di mantenimento corretto dell’igiene che il professionista avrà cura di prescrivere in fase di cura.

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